#28 Sinteticamente

 L'ebulliometro di Malligand è uno strumento costruito attorno a concetti chiave quali la chimica, l'enologica, l'ebulliometria e altro ancora. L'analisi di questo strumento è partita dall'etimologia del suo nome e quindi dalla sua definizione, ma non poteva mancare un'immagine di riferimento che ne illustrasse l'aspetto. Per questo step la foto, com'è indicato, è stata presa dal sito internet del Museo di Arti e Mestieri "P. Lazzarini". Per una maggiore comprensione della sua forma intera è stato indispensabile indicarne i componenti singolarmente, è stato realizzato quindi un glossario in cui ogni parte è spiegata in poche righe e una spiegazione della sua modalità d'uso. Ogni componente nel suo piccolo è indispensabile nella riuscita dello strumento in sé. La disciplina scientifica a cui lo strumento appartiene abbiamo appurato essere la chimica di cui abbiamo esplorato un frammento di storia per arrivare all'incontro con gli inventori che ne hanno poi scaturito i natali. é in questa fase che per la prima volta appare in poche righe Eduard MalligandConseguentemente è stato spiegato il principio di funzionamento dello strumento che si basa sul diverso punto di ebollizione dell'alcol rispetto all'acqua, presa come punto di riferimento. Nell'iconografia si potrebbe prendere in considerazione la raffigurazione di elementi di suggestione enologa, inerenti al vino, alla vendemmia e così via, ma non mi è sembrato che un simbolo del genere potesse suggerire il funzionamento dello strumento in esame, piuttosto del suo contesto di utilizzo; è così quindi che ho partorito l'idea di un simbolo nuovo, che fosse un'allegoria del suo fine, e cioè la determinazione della gradazione alcolica del vino.



"Bacco",  Caravaggio, 1598

L'ebulliometro è uno strumento che appartiene allo scenario dell'enologia, e quindi del vino: argomento che nella letteratura è eterno. Ritroviamo infatti fin dalla mitologia greca e latina riferimenti letterari sull'argomento; torna nella mente il canonico rituale greco del simposio, e filosofi che si sono espressi proprio sul concetto di ubriacatura, motivo alla base della creazione dello strumento (assieme a quella commerciale). Lo strumento in analisi è stato concepito per essere comodo, quindi trasportabile, e usato da tutti, quindi dai contadini che in primis si occupavano della vendemmia. Non si tratta quindi di uno strumento che poteva essere fragile, per questo motivo i materiali legati alla sua costruzione dovevano renderlo robusto, resistente a un utilizzo casereccio e durevole negli anni e sicuramente la E. Malligand Fils (casa di produzione di Malligand) ci riuscì e lo brevettò nel 1876.
Nell'analisi anatomica delle parti dello strumento è stato interessante verificare che la trasportabilità è stata raggiunta attraverso il supplemento di una valigetta in cui lo strumento veniva riposto, dopo essere stato smontato. All'interno della valigetta è stato possibile verificare, grazie ad annunci online in siti di antiquariato, la presenza di un'etichetta di verifica della garanzia. Malligand infatti costruì la campagna pubblicitaria dello strumento, presumibilmente, attorno alla sua unicità. Leggiamo, nella stessa etichetta, di un marchio che contraddistingue lo strumento di Malligand da qualsiasi altro ebulliometro: una foglia di vite incisa sull'apparecchio.


marchio inciso sull'altezza del regolo



Molte sono le cifre entrate nella storia dell'ebulliometro, come 146: il prezzo in lire d'oro della prima versione dello strumento, o altresì termini ormai profondamente legati al suo scenario, come ."idroalcolico". La sua notorietà storica, che raggiunge le vette nei primi del 900, è tracciata nella storia e coincide con il periodo della presentazione dello strumento all'Accademia delle Scienze e con i periodi successivi di presumibile vendita. 


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